Racconti

Un operatore ecologico riprende gli studi grazie alle donazioni della sua comunità e si classifica al 2° posto nell’elenco degli ammessi al corso di medicina

Joel Silva, 22 anni, è rimasto senza parole quando ha visto il suo nome al 2° posto tra i candidati che hanno fatto domanda per entrare a medicina

Un operatore ecologico che come tutte le mattine si stava preparando per un’altra giornata di lavoro ha scoperto una bella notizia. Nell’elenco degli ammessi al corso di medicina presso l’UFPA (Università Federale del Pará) ha visto figurare il suo nome.

Joel Silva, 22 anni, è rimasto senza parole quando ha visto il suo nome al 2° posto tra i candidati che hanno fatto domanda per un posto dopo aver studiato in una scuola pubblica. Joel, che vive nel quartiere di Terra Firme, alla periferia di Belém, ha ottenuto un voto di 826 punti all’Enem (Esame di scuola superiore nazionale). Così potrà riscriversi alla stessa università che ha lasciato tre anni prima, dopo aver lasciato la scuola di legge.

All’epoca, ha abbandonato il corso non solo perché scoraggiato dalle materie, ma anche per la necessità di aiutare sua famiglia. I genitori di Joel da più di 15 anni possono contare solo sui guadagni di una cooperativa di raccoglitori di materiale riciclabile a Belém.

I genitori malgrado le difficoltà hanno cercato sempre di sostenerlo nell’istruzione fin dall’infanzia. “Mi hanno sempre incoraggiato alla lettura. Dato che provengo da una zona periferica, avevo poche possibilità di svago ed il mio hobby è diventato la lettura” – ha raccontato. Per avere accesso ai libri si è avvalso del lavoro dei suoi genitori: “Hanno lavorato in un capannone vicino a casa mia, andavo spesso con loro e cercavo sempre qualcosa da leggere. Lì, oltre a materiali come bottiglie in PET e cartone, una gran parte era carta e libri. E c’era sempre del buon materiale”.

Un operatore ecologico che studia donazioni

Un operatore ecologico ammesso a medicina dopo aver studiato grazie alle donazioni

Joel inoltre è sempre stato interessato alla biologia ed alla storia. “Mi piaceva la letteratura di stili diversi, come la storia medievale di Re Artù. Ho sempre collezionato buoni libri, ho letto molto anche di sociologia e filosofia” – ha spiegato.

Con grandi sacrifici, il giovane è riuscito a conciliare gli studi per l’esame di ammissione ed il suo lavoro. Si è infatti sottoposto ad una routine estenuante. Si è svegliato alle 6 del mattino per prepararsi, fare colazione ed andare al lavoro.

“In questo lavoro ho avuto un’opportunità in più. In cooperativa hanno un percorso fisso, noi attraversiamo determinate strade ed andiamo porta a porta, parlando con i residenti, raccogliendo materiale. Creiamo un rapporto di fiducia. E in quella situazione, c’erano sempre delle persone empatiche che volevano sapere di noi. Molti hanno simpatizzato ed alcuni hanno donato materiale. Grazie a loro mi sono preparato”.

Il giovane iniziava a studiare solo intorno alle 19:00 fino alle 22:00, a volte fino alle 23:00. La sua scelta di studiare medicina è dovuta dalla volontà di aiutare le persone della sua comunità. “L’ho scelto per il fattore di trasformazione sociale, per avere la possibilità di servire la popolazione. Qui ci sono diverse specialità mediche in cui è molto difficile trovare un posto. Abbiamo bisogno di sostegno ed io voglio aiutare”.

Ora, la grande sfida di Joel è affrontare sei anni di studio per diventare medico. Una sfida difficile come ha ribadito il giovane. “Gli studenti a basso reddito hanno una doppia barriera: entrare all’università è la prima; la seconda è stare al passo. C’è un alto tasso di abbandono e spero di vincere anche questa battaglia”.

Articoli Correlati

Back to top button