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Jon Bon Jovi non fa pagare il conto ai poveri nel suo ristorante.

Permette loro di collaborare per guadagnare un piatto caldo

Non si tratta di beneficenza. O almeno, non si tratta di beneficenza intesa in senso classico. Quella che siamo abituati a fare, a vedere o che riportano le notizie sui media.

Non è una beneficenza classica quella che la famosa rockstar Jon Bon Jovi offre nel suo ristorante, il Soul Kitchen, situato nel New Jersey (Stati Uniti).

Nel suo locale i bisognosi non pagano il conto. Entrano, si siedono, ordinano il loro pasto serviti dal personale sorridente. Ma … Si, c’è un ma.

Jon Bon Jovi non fa loro beneficenza. Lui educa.
In che modo? – vi chiederete. Lo vedremo presto!

Il Soul Kitchen è un ristorante senza prezzo sul menu. I commensali che non hanno problemi economici sono invitati a contribuire con una donazione per il loro pranzo o la loro cena.

E i poveri? Sono i benvenuti, ma contribuiranno a pagare il proprio conto aiutando in cucina!

Educare. Educare il ricco a dare e al povero a reagire, a guadagnare con dignità ciò di cui necessita.

Il menù del giorno, che presenta diverse opzioni tra cui scegliere, è semplice, ma i piatti sono invitanti, molto gustosi. Gli ingredienti freschi e di ottima qualità.

Non è il solito ristorante delle celebrità lussuoso e scintillante. Il personale non è composto da professionisti del settore.

Ma è bello. Di quella bellezza che solo un luogo nato per uno scopo nobile può avere.

Jon Bon Jovi nel suo Soul Kitchen, che significa la cucina dell’anima, non vuole solo nutrire i corpi.

No. Vuole nutrire lo spirito. Di turisti e residenti, ricordando loro la bellezza e la necessità del tendere la mano.

E dei bisognosi, dei poveri che vengono scacciati spesso come insetti fastidiosi, mentre qui vengono accolti con un sorriso.

Con umanità. Con rispetto per la loro condizione e la loro dignità.

Ognuno è libero di spendere il proprio denaro come desidera, di scegliere la forma di beneficenza che preferisce. Purché si faccia.

Ma l’idea della rockstar crediamo abbia una marcia in più. Un’iniziativa non solo lodevole, ma da imitare.

Sarebbe bello se lo facessero in tanti. Se tanti Soul Kitchen, tante cucine dell’anima, sorgessero in ogni luogo del mondo.

Per assicurare ad ogni povero almeno un pasto caldo e un sorriso.

Utopia? Forse. Ma qualcuno lo ha già fatto, altri potrebbero farlo.

“La speranza è meravigliosa”, la grande scritta nera su sfondo giallo è ben visibile sulla parete del Soul Kitchen. E anche noi la pensiamo così.

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