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Un bambino scappa ogni giorno dalla casa del patrigno per andare sulla tomba della mamma: un giorno incontra una donna proprio come lei

La storia di Jorge, un bambino di 5 anni che scappa ogni giorno dalla casa del patrigno per andare sulla tomba della mamma

Un bambino scappa ogni giorno dalla casa del patrigno per andare sulla tomba della mamma: questa è la storia di Jorge, di 5 anni. Il bambino durante una delle sue visite sulla tomba della madre ha incontrato una donna anziana identica a sua madre.  “Resta lì e non disturbarmi oggi!” – gridò il patrigno di Jorge, Dario, mentre chiudeva la porta della stanza del ragazzino. Ancora una volta stava per ricevere degli ospiti e non voleva che lui interferisse in alcun modo. Poi Jorge capì come aprire la finestra per uscire, fortunatamente, il suo patrigno non l’aveva ancora capito, o avrebbe fatto qualcosa al riguardo. Jorge ha aspettato fino all’arrivo degli ospiti ed è scappato dalla finestra. Non avrebbe mai voluto tornare indietro, ma non aveva nessun altro al mondo. Sua madre Emma era morta anni prima e non c’era nessun altro oltre al suo patrigno.

Non aveva idea di cosa fosse successo o di dove fosse il suo padre biologico. Il bambino scappa ogni giorno ed aveva solo un posto dove andare: la tomba di sua madre, l’unico conforto. Il bambino spesso raccoglieva fiori dai giardini dei vicini da portarle. Un giorno si recò al cimitero dopo essere scappato di casa, che si trovava in un quartiere sicuro. “Ciao mamma, ti ho portato dei fiori” – disse il ragazzino rivolgendosi alla lapide. Non sapeva ancora leggere bene, ma aveva memorizzato il nome di sua madre e dov’era la tomba. Si sedette sull’erba ed iniziò a parlarle, quando all’improvviso la voce di qualcun altro lo interruppe.

“Ciao” – disse una donna, e Jorge si alzò per guardare la sconosciuta. Non ricordava molto bene sua madre, ma quella donna le somigliava. In effetti, aveva lo stesso odore di lavanda. “Mamma?” – chiese piano il ragazzino. “Sei Jorge?” – chiese la donna. “Sì. Perché assomigli a mia madre?” – aggiunse il ragazzo, rendendosi conto che non era sua madre.

Ogni giorno un ragazzo scappa 2

“Sono Marina. Sono la madre di Emma, ​​il che significa che sono tua nonna” – questa rivelazione sorprese il ragazzino. Per anni, il patrigno gli aveva detto che non aveva nessun al mondo oltre a lui per questo rispose: “Ma io non ho una nonna”.

“Invece sì, e hai molti parenti che vogliono conoscerti ed amarti, tesoro. Sono anni che aspetto di parlare con te, ma non mi aspettavo di trovarti qui da solo. Non sei venuto con Dario?” – chiese Marina. “No! È a casa e non sa che sono qui. Per favore, non dirglielo. Posso vivere con te? Odio vivere con lui” – questo lo sfogo del piccolo.

“Beh, non sarà facile, ma faremo del nostro meglio. Perché non vieni con me adesso?” – propose la nonna, tendendo la sua mano. Jorge l’afferrò forte e la seguì. Nonostante avesse 5 anni, sapeva che parlare con estranei era sbagliato, ma quella signora sembrava dire la verità, e sentiva con lei un senso di sicurezza che non provava con il patrigno.

Un bambino scappa ogni giorno dalla casa del patrigno e sulla tomba della madre incontra la nonna di cui negava l’esistenza

 

Sua nonna Marina lo portò a casa, dove incontrò il fratello di sua madre, Carlos che disse: “Ciao ragazzo. Come sei cresciuto? Non ti vediamo da quando eri un bambino”. Jorge sorrise timidamente replicando: “Perché non sei venuto a trovarmi?”. Così si sentì dire: “È una domanda complicata e sei ancora troppo piccolo per capire la risposta. Ma te lo dirò. Tua madre amava così tanto il tuo patrigno che decise di sposarlo. Le abbiamo detto che era una cattiva idea e ha smesso di parlarci. Poi è morta ed il tuo patrigno non voleva che avessimo alcun contatto con te. È il tuo tutore legale. Sai” – questo il racconto di suo zio Carlos.

“Penso di sì… ma che mi dici del mio vero padre?” – chiese il ragazzo. “Mi dispiace, Jorge, ma si è trasferito in un altro paese quando tua madre è partita con il tuo patrigno, e da allora nessuno ha più sue notizie” – rispose Carlos aggiungendo – “Ma ora ci siamo noi. Ora, combatteremo per far parte della tua vita. Cosa ne pensi?”

Il ragazzino ritrova la famiglia della mamma

 

Entusiasta Jorge rispose: “Incredibile! Non voglio tornare in quella casa. Non è molto buono con me”. Così suo zio lo invitò a spiegarsi meglio ed il ragazzino confidò loro che lo chiudeva a chiave in camera sua quando aveva ospiti in casa, che lo sgridava e lo picchiava spesso.

“Posso per favore vivere con te?” – chiese il ragazzo. Carlos e Marina basiti dal racconto del nipote decisero di darsi da fare. Dopo aver detto a Jorge di tornare per a casa da Dario, lo accompagnarono. Carlos che aveva un amico nella polizia gli chiese aiuto. Una volta giunto a casa Jorge suonò il campanello ed il si presentò ad aprire la porta. “Che diavolo ci fai qui fuori? Avresti dovuto rimanere nella tua stanza! Entra, ragazzino inutile!” – lo gridò l’uomo, senza rendersi conto che altre persone erano presenti. Poi l’amico di Carlos prese la parola: “Dario Sanches?”. Dario dopo aver alzato lo sguardo vide il poliziotto, notando anche la presenza della nonna e dello zio.

“Sì?” – disse l’uomo. “Mi dispiace ma dovremo prendere il bambino e ci sarà un’indagine sugli abusi sui minori. Capito?” – continuò il poliziotto, che allungò una mano su Jorge per allontanarlo dal patrigno. Non riuscendo a parlare, l’uomo balbettò: “Questo non è vero. Non lo maltratto”. Per tutta risposta l’agente tuonò: “Vedremo durante le indagini. Per ora, questo bambino starà con sua nonna”. Ma Dario non voleva lasciarlo andare: “No! Sono il suo tutore. Non potete togliermelo. È tutta una bugia”. Dopo quelle parole

Marina si fece coraggio ricordando che l’uomo le aveva rubato sua figlia causandone la morte in un incidente d’auto. “Dario, basta così. Se ci lasci prendere Jorge adesso, non approfondiremo questo argomento. In caso contrario, presenteremo ufficialmente una denuncia contro di te. Jorge ci ha detto come lo tratti”. “Va bene! Prendilo! Non mi interessa…” – gridò Dario con un’espressione sprezzante per poi voltarsi per rientrare in casa. Così Jorge andò a vivere con la nonna e suo zio, e nessuno ebbe più notizie del patrigno.

Grazie alle sue fughe, Jorge ha scoperto cosa vuol dire avere una vera famiglia che lo ama e lo protegge. amore e sostegno. La mancanza di affetto ed il contesto ostile spiega perché il bambino scappa ogni giorno da casa del patrigno, ma per fortuna il tutto si è risolto per il meglio. Il ragazzino è riuscito a ricongiungersi al resto della famiglia, altrimenti avrebbe potuto soffrire molto di più per mano del patrigno.

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