Ambiente

Agritessuti, il nuovo brand femminile che utilizza eco-tessuti ottenuti dagli scarti di frutta e verdura

Dagli scarti agricoli, nasce una nuova moda

“Agritessuti” è il nuovo marchio che unisce in modo intelligente abbigliamento, agricoltura e ambiente. Un  marchio lanciato dall’associazione Donne in Campo a Roma, durante le sfilate di moda. Peri i vestiti sono stati usati tessuti naturali colorati con tinte ottenute da scarti agricoli.

In Italia c’è sempre più richiesta di capi maggiormente sostenibili. Infatti molte persone sono disposte a pagare anche di più per avere un vestito amico dell’ambiente.

Per questo è nato il marchio Agritessuti. Un marchio tutto al femminile con l’obbiettivo di creare una filiera del tessile ecosostenibile ed italiana.

Un marchio che usa esclusivamente tessuti naturali e bio come lino, canapa e gelso da seta.Tessuti che vengono colorati con tinte derivate dagli scarti agricoli come frutta e verdura, ma anche radici o fiori.

Agritessuti

Donne in campo

Questa idea è dovuta all’associazione Cla-Agricoltori italiani Donne in campo che hanno ritenuto potesse essere un ottimo affare. La produzione di eco-tessuti, difatti, nel nostro paese fattura circa 30 milioni di euro all’anno. Le aziende attive in questo settore sono circa 2000, ma sicuramente ci sarà un incremento visto il successo sempre più grande della moda ecologica.

Certo è una filiera tutta da costruire! Ma come ha dichiarato la presidente dell’associazione Donne in Campo, si spera che il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, sostenga la produzione di fibre naturali. Senza dimenticare i relativi impianti di trasformazione. E in modo da fornire all’industria e all’artigianato un prodotto di qualità, certificato, tracciato e sostenibile.

Si spera che queste proposte possano far funzionare e coinvolgere in questo progetto anche i coltivatori di piante officinali (come lavanda e camomilla) e le tintorie. E ancora, le aziende agricole che producono scarti di vario genere: bucce di cipolla, scorze di melanzane grano, foglie di carciofi, residui della potatura delle olive.

Se pensiamo infine che l’industria tessile è la seconda per inquinamento al mondo, con tutto lo spreco d’acqua che comporta e lo sfruttamento di chi vi lavora, non possiamo che sostenere al massimo queste iniziative che possono davvero aiutare ecologicamente il paese.

Via allora agli “agritessuti” in passerella.

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