Le persone forti sono quelle che di solito sanguinano in silenzio

Osserviamole bene quando siamo accanto a loro. Impariamo ad ascoltare ciò che non dicono

Le vediamo camminare sempre a schiena dritta. Con la testa alta, il sorriso pronto e con le mani tese verso gli altri. Positive, propositive, spesso solari e mai un lamento sulle loro labbra. Sono le persone forti sì, ma sono anche quelle che sanguinano in silenzio.

Sono quelle con il cellulare che squilla continuamente, sempre pieno di messaggi, ma dall’altro capo del telefono e tra quelle parole scritte, non c’è mai un “come stai?”

Nessuno pensa mai a chiederglielo. Solo richieste di aiuto, di consigli, di ascolto. Diamo per scontato che non abbiano mai bisogno di nulla.

Proprio loro che aiutano sempre tutti, che hanno una soluzione per tutto, figuriamoci! Sono persone forti!

Ma non è un po’ troppo comodo pensarlo? Non siamo forse esageratamente leggeri nel credere che un carattere forte e propositivo sia esente da bisogni, dubbi e paure?

Sì. Lo siamo. Perché le persone forti non sono così diverse da noi. Reagiscono solo con un coraggio e un vigore straordinario alle avversità e al dolore. Ma non ne sono esenti. La vita non concede loro sconti speciali.

Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.
(Khalil Gibran)

Le persone forti cadono come tutte le altre. E soffrono per delusioni e tradimenti. Oh se soffrono! Falliscono, si disperano, piangono. Ma poi si rialzano. Sulle gambe stanche e piene di graffi. Con il cuore che sanguina. In silenzio.

Il mondo spezza tutti e poi molti sono forti proprio nei punti spezzati.
(Ernest Hemingway)

Ma un giorno le persone forti cambiano

Diventano sempre più tristi con il passare del tempo. Le persone forti si rattristano per quel “Come stai” che non arriva mai. Per le mani altrui che rimangano ben salde nelle tasche. Mai tese verso di loro.

Perché hanno avuto bisogno mille volte e mille volte non hanno trovato nessuno disposte ad ascoltarle, a supportarle. A consolarle. Hanno ricevuto al massimo qualche “Passerà”. O peggio, qualche “Ma tu sei forte”.

E delusione dopo delusione, desolazione dopo desolazione, le persone forti si chiudono. Si allontanano. Le vediamo camminare sempre a testa alta e con la schiena dritta, ma quel sorriso lo riservano ormai a pochi.

E allora quando abbiamo la fortuna di incontrarne qualcuna, facciamo attenzione. Ascoltiamo ciò che non dice. Osserviamo quel sorriso, potremmo vederlo tremare. Usiamolo quel “Come stai”, afferriamo e stringiamo quelle mani. Per essere d’aiuto. Per essere persone forti insieme.

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