L’olio proveniente dalle cucine di McDonald sarà trasformato in una resina biodegradabile per la stampa 3D

I risultati ottenuti dal progetto sostenuto dal Consiglio di ricerca in scienze naturali e ingegneria del Canada, dalla Canada Foundation for Innovation, dal governo dell’Ontario e dalla Fondazione Krembil, sono realmente promettenti

Se ne fa un gran parlare in questi giorni. Trasformare l’olio delle cucine dei McDonald in qualcosa di estremamente utile e funzionale, attira l’attenzione. Una notizia che dimostra ancora una volta come la ricerca e l’ingegno umano possono contribuire, in tutti i sensi, ad un mondo più evoluto e sostenibile.

La scoperta arriva dal Canada, ed in particolare dal Dipartimento di Scienze dell’università di Toronto.

Un gruppo di ricercatori, guidati dal Professor Andre Simpson, ha sperimentato con successo una rivoluzionaria scoperta.

Ovvero trasformare l’olio da cucina utilizzato dalla catena Mc Donald in resina biodegradabile per le stampanti in 3D.

Nel mondo moderno riuscire a coniugare progresso tecnologico con rispetto dell’ambiente rappresenta la vera e più importante sfida che abbiamo di fronte. Riciclare l’olio da cucina di McDonald, è quindi un buon passo avanti in quella direzione.

Da qualche tempo gli ammonimenti contro l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sopravvivenza stessa del pianeta, sono diventati argomenti quotidiani.

Spesso la disputa ideologica vede schierati due filoni di pensiero opposti. Chi chiede di fermare, in qualche modo, questo modello di sviluppo.

E chi, dal lato opposto, pur di non arrivare a questo, arriva a negare le evidenze dei danni che lo stesso continua a produrre.

Il team del Prof Simpson ha dimostrato che la ricerca e l’ingegno umano possono trovare sintesi molto importanti.

La vicenda, come racconta il ricercatore, comincia quando, qualche anno fa, dopo aver acquistato la sua prima stampante 3D, nota come molte resine commerciali per la stessa erano simili a quelle degli oli da cucina.

La sfida quindi, consisteva nel trasformare l’olio utilizzato per friggere in resina.

“Abbiamo scoperto che l’olio da cucina usato da McDonald ha un potenziale eccellente come resina per stampa 3D”, ha aggiunto Simpson, che è anche direttore del Environmental NMR Center di U of T Scarborough.

L’esperimento condotto dal Professore canadese è riuscito ad ottenere 420 ml di resina, biodegradabile oltretutto, da un litro d’olio utilizzato per friggere patatine ed hamburger.

Oltre al minor impatto ambientale la ricerca ha messo in evidenza anche un altro aspetto. Non meno importante.

Ovvero la sostenibilità in termini economici di questa intuizione.

Come riferisce il Dipartimento di ricerca canadese la resina a base di olio può essere prodotta con un investimento di 300 dollari per tonnellata.

Contro un costo medio di 520 dollari per quelle attualmente in circolazione.

Notizie come queste fanno ben sperare per il futuro!

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