In Giappone si potrà lavorare solo 4 giorni a settimana con gli stessi salari

"Quando il lavoro c'è "

Il Giappone è sicuramente un Paese singolare con una cultura diversa dalla nostra, difficile da comprendere, ma senza dubbio affascinante. Un Paese che avrà anche lui i suoi problemi, ma di certo non riguardano la mancanza di lavoro e il modo di lavorare.

Tant’è che i commercianti, pare non riescano a trovare abbastanza personale per lavorare nelle loro attività. Per risolvere questo problema, in un Paese in cui l’offerta supera di molto il numero dei candidati, il Ministero del lavoro ha trovato una soluzione.

Praticamente ha incoraggiato le imprese ad assumere personale che lavori due ore in più al giorno, ma solo quattro giorni alla settimana, cosi che i dipendenti possano avere un giorno libero in più da trascorrere come vogliono, in famiglia, a studiare o semplicemente a riposare.

Praticamente in questo modo la giornata lavorativa va dalle 8 alle 10 ore, sempre 40 ore nell’arco della settimana, ma con un ritmo diverso, con un giorno libero in più e soprattutto con lo stesso stipendio.

I primi a recepire questa proposta sono stati i proprietari della catena di negozi “Uniqlo U” che in questo modo cercano di attirare più persone a lavorare con loro. Ai dipendenti viene anche data la possibilità di cambiare i giorni della settimana e lavorare sabato e domenica, prendendo i giorni di riposo tra lunedì e venerdì. Un vantaggio per i commercianti che possono coprire la domanda di personale nel weekend, quando l’afflusso di pubblico è maggiore.

Ma lavorare solo quattro giorni a settimana, oltre a coprire la richiesta di posti di lavoro, porterebbe anche un altro vantaggio: un aumento del consumo di beni. Questo perché le persone avendo a disposizione un giorno in più, trascorrendo più tempo in famiglia sarebbero più incoraggiate a consumare.

Certo un idea non male, quattro giorni si lavora, tre sei libero di fare ciò che ti va.
Ma sarebbe mai realizzabile in un paese come il nostro? Al momento no di sicuro, visto l’alto tasso di disoccupazione. Non solo, bisognerebbe anche cambiare l’approccio al lavoro sia da parte dei datori che dei lavoratori stessi.

Al momento no, ahimè noi non siamo il Giappone!

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